3/10/2007

Bush alla rinconquista del Sud America

Manifestanti brasiliani anti-bush

SAN PAOLO -
Bush tenta di rinconquistare l'America Latina. Il presidente americano è partito in misssione diplomatica per riguadagnare la popolarità perduta nell'"altra" america. E, soprattutto, strapparla all'influenza del presidente venezuelano Hugo Chavez, che dopo aver raccolto il testimone di Fidel Castro, sta diventando il campione dell'anti-americanismo latino. Lo scorso anno, in un discorso alle Nazioni Unite, il presidente venezuelano lo aveva addirittura definito Bush il "diavolo".
Per questo l'uomo più potente del mondo, ma forse uno dei presidenti americani meno amati della storia, ha deciso di ricucire i rapporti con il sud america prima che sia troppo tardi. E gioca la carta della lotta alla povertà. "Vogliamo solo essere vostri amici - ha spiegato ai microfoni della televisione Colombiana Rcn - e questo mio viaggio è un'occasione per dire alla gente che gli Stati Uniti è molto attenta alle condizioni umane. E che vogliamo aiutare".
"Bisogna dare al presidente degli Stati Uniti la medaglia d'oro per l'ipocrisia, perché ora ha detto che è preoccupato per la povertà in America latina", ha contrattaccato Chavez, che questa sera guiderà una manifestazione antimperialista a Buenos Aires. "Adesso sta scoprendo, dopo tanti anni, che in America latina c'è la povertà, quando il principale colpevole è precisamente l'impero statunitense".
Per Bush non sarà un viaggio semplice. Il quotidiano cubano Juventud Rebelde ha definito la missione un "periplo non richiesto", e ha avvertito che Bush incontrerà numerosi ostacoli. "Il presidente - si legge sul giornale castrista - sarà accompagnato da numerose manifestazioni di "protesta e ripudio" organizzate in Brasile, Uruguay, Colombia, Guatemala e Messico. Tutti i paesi, insomma, che Bush visiterà nel corso della missione diplomatica.
A San Paolo del Brasile, prima tappa del viaggio, l'atterraggio dell'Air Force One è stato accolto da una manifestazione anti-usa sull'Avenida Paulista con striscioni che denunciavano l'arrivo del "nemico numero 1 dell'umanità". Negli scontri tra forze dell'ordine e gli oltre 6mila contestatori si contano almeno 23 feriti.
E anche in altre città brasiliane ci sono state proteste, con fantocci di Bush bruciati e slogan contro il presidente Usa. A Brasilia l'Ambasciata degli Stati Uniti è stata circondata da militanti dei Mst, il movimento dei contadini "sem terra". Il traffico già difficile di San Paolo si è trasformato in un groviglio inestricabile in previsione della visita che ha interdetto diverse arterie principali della metropoli.
In mezzo a questo caos, domani Bush si incontrerà con il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva per firmare un accordo bilaterale di cooperazione nel settore dei biocombustibili. Il Brasile con la canna da zucchero e gli Usa col granoturco sono le due potenze emergenti nella produzione dell'etanolo: questo combustibile alternativo è visto dagli Stati Uniti come una via d'uscita dalla dipendenza dal petrolio fossile, di cui il Venezuela di Chavez è il maggiore attore locale.
Il governo Lula ha però negato che con Bush sarà affrontato il tema del presidente del Venezuela, Hugo Chavez. Ma Washington, spiegano gli analisti, sarebbe ben felice di una mediazione del "presidente operaio", piuttosto popolare in tutta l'America Latina, col presidente rivoluzionario che chiama Bush di "diavolo".
http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/esteri/bush-sudamerica/bush-sudamerica/bush-sudamerica.html

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Veduta aerea dell"area comunemente detta del "Montagnone".

Veduta aerea dell"area comunemente detta del "Montagnone".
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