Un luogo sereno dove il tempo passa lento lontano dai rumori di città. Circondati di fiori profumati ed erbe colorate, con in testa nulla oltre ai colori dell'arcobaleno.
6/05/2007
Nel mirino di Woodock la massoneria
Ordinate perquisizioni in tutta Italia
Perquisizioni in varie regioni italiane, la maggior parte Toscana, in abitazioni, studi professionali di imprenditori e politici, sono stati eseguiti dalla polizia coordinata dalla Procura di Potenza, nell'ambito di una indagine sui rapporti tra massoneria e politica di cui è titolare Henry John Woodcock. Ignote le accuse, pare che il pm abbia richiesto a numerose prefetture l'elenco, laddove esistesse, dei massoni.
A Livorno sono stati perquisiti anche locali che si trovano nello stesso appartamento che ospita la sede provinciale dell'Udc. A Potenza il riserbo sull'attività svolta dalla Polizia è pressochè totale. Si parla già di persone indagate ma dalla Procura non c'è alcuna conferma. Woodcock ha solo fatto capire che l'inchiesta è ristretta ad alcune logge.
Si è appreso, da alcune Prefetture, che nelle scorse settimane dalla Procura lucana è partita una richiesta, rivolta alle 103 Prefetture italiane, di avere gli elenchi degli iscritti a chiese alle 103 prefetture gli iscritti a tutte le logge massoniche italiane. Richiesta che non ha potuto essere evasa perché ormai non esisterebbe più l'obbligo di comunicare elenchi del genere alle autorità di polizia.
L'indagine sulla massoneria era stata avviata da Woodcock, in collaborazione con la Squadra mobile della Questura di Potenza, un anno fa, quando il pm individuò una 'pista' d'indagine nel corso dell'inchiesta 'Somaliagate' che portò in carcere alcune persone per truffe ai danni di aziende alle quali venivano promesse joint-venture aziendali in Somalia o in in altri Paesi esteri per progetti di costruzione di acquedotti.
Al centro di quell'inchiesta c'era il consulente Massimo Pizza, dal cui interrogatorio emersero varie ipotesi. Una di queste riguardava appunto l'esistenza di una 'loggia massonica', ovvero di un 'centro di potere' in Basilicata che si finanzierebbe da operazioni legate al petrolio, all'acqua ed ai rifiuti e che avrebbe diramazioni in tutta Italia. Nell'interrogatorio Pizza faceva riferimento anche al coinvolgimento di alti prelati.
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